Sono più di trenta quintali i pesci morti nei canali del ferrarese dopo gli eventi tellurici di questa settimana. Le ipotesi avanzate sulle origini di tale moria sono diverse e vedono cause sia nel sisma, sia nelle avverse condizioni meteorologiche di questi giorniDopo la forte scossa di terremoto che ha colpito le province di Modena e Ferrara domenica 20 maggio si è assistito ad una moria di pesci fuori dal comuneLe acque interessate da questo particolare evento sono quelle dei canali di Ferrara e provincia e di Massa FinaleseIeri Hera e Arci Pesca hanno recuperato più di trenta quintali di pesce morto, trasportato dalla corrente fino alle chiuse di Val Pagliaro e nelle acque del Po di Volano. I pesci, tra cui siluri, temoli, carpe, lucci pera e carassi, scendono a valle e rimangono intrappolati e ammassati appunto nelle chiuse e lungo le anse del grande fiume. Il lavoro svolto dai volontari Arci però non è ancora terminato, rimangono ancora diversi quintali di pesci morti da recuperare. Un fenomeno, questa moria di pesci, che ha preoccupato molto i cittadini della zona, i quali hanno allertato Arpa e il Servizio Veterinario dell’Ausl di Ferrara. I due enti stanno effettuando analisi sia sui pesci sia sull’acqua, al fine di comprendere quale sia la causa di questo evento. Dai primi risultati sembrerebbe che la morte dei pesci sia dovuta alla mancanza di ossigeno nelle acque causata dal movimento del fondo dei canali, che avrebbe impedito ai pesci di respirare sott’acqua. Ma questa non è stata l’unica ipotesi avanzata, anzi si suppone che il sisma, o meglio: le diverse scosse, abbiano potuto provocare anche un aumento della temperatura dell’acqua e la liberazione di gas tossici dal fondo dei canali. Forse all’origine della moria potrebbero ritrovarsi entrambi i fenomeni congiuntamente, mal’Ausl sottolinea anche la possibilità che la diminuzione di ossigeno possa essere causata dall’abbassamento della pressione atmosferica generata dalle piogge degli ultimi giorni. “Il fenomeno che ci è stato segnalato nei giorni scorsi e che può apparire catastrofico alle persone, in realtà si realizza di tanto in tanto anche in periodi tranquilli, non a seguito di scosse telluriche. - spiega la D.ssa Berardelli del Servizio Veterinario dell’Ausl di Ferrara -Questo perché, con le forti piogge come quelle si stanno verificando in questi giorni si crea un abbassamento della pressione all’interno dei canali con un relativo abbassamento delle quantità di ossigeno disciolto nell’acqua: da qui l’anossia dei pesci, che prima salgono a galla e poi muoiono“. Ma la stessa D.ssa poi sottolinea che si presenta la “necessità di mettere in relazione le piogge del periodo con gli effetti del sisma sulla popolazione ittica dei nostri canali: dai primi risultati delle analisi di laboratorio pare che non vi siano agenti patogeni particolari che avrebbero potuto portare alla moria di pesce alla quale assistiamo“. Un’ipotesi abbastanza accreditata al momento è che il sisma abbia potuto provocare un avvelenamento delle acque dei canali scuotendone il fondo che avrebbe rilasciato gas di putrefazione, come l’idrogeno solforato, stagnanti a causa della mancanza di manutenzione dei canali stessi. Questi gas di putrefazione avrebbero abbassato la presenza di ossigeno disciolto nelle acque dei canali, già diminuita in seguito all’abbassamento della pressione a causa delle piogge. Per il momento però si parla solo di ipotesi.